Vittoria de Ferrari

Former dancer Damien Jalet and Jan Fabre

Dopo molti anni di danza e tournée con diversi coreografi come Jan Fabre, Sidi Larbi Cherkaoui, Damien Jalet, Akram Khan e Romeo Castellucci inizia a sviluppare la propria ricerca personale influenzata dalle diverse tecniche di danza e arti marziali con cui si è allenata. Ha iniziato la sua carriera come creatrice nel 2013 mentre era un’artista residente allo Swatch Art Peace Hotel Shanghai, mentre era lì ha creato un video di danza (Closer) che è stato mostrato alla Biennale di Venezia 2015. Nel 2017 ha coreografato e ballato nel il film Beautiful Things è stato presentato in anteprima al Festival del Cinema di Venezia e ha vinto numerosi premi. Dirige uno spettacolo chiamato Mikado con 15 ballerini per la Capitale Europea della Cultura 2022 (Kaunas). Tiene Workshop in giro per il mondo con il titolo di Artylogica.

Artylogica Lo scopo della mia ricerca e del mio lavoro dopo tutti questi anni di performance e lavoro come artista è quello di generare la domanda giusta che ogni persona sta cercando. Non darò alcuna risposta perché questo è alla fine ciò con cui ogni artista sarà impegnato nel proprio viaggio. Per capire quale sia la “domanda giusta” proporrò diversi tipi di esercizio, coinvolgendo diverse capacità tecniche del nostro corpo; passando attraverso un forte movimento di danza fisica fino ad arrivare all’improvvisazione guidata dal teatro più fisico. Ci concentreremo sulla ricerca di nuovi percorsi per arricchire il nostro vocabolario di movimento. Il mio interesse è riconoscere le nostre abitudini o limiti e provare a romperli o semplicemente cambiarli per aprire nuove possibilità diverse alla fine per un nuovo processo di creazione. Il lavoro in coppia o in piccolo gruppo permetterà sicuramente ad ogni danzatore di esplorare con facilità le sfere “sconosciute”, nonché la grande influenza che l’arte marziale ha portato nella mia ricerca. Il workshop esplorerà l’aspetto tecnico del corpo del nostro movimento e lo porterà alla dinamica e allo spazio e alla diversa consapevolezza dello spazio architettonico che può aiutarci a comprenderne la fonte naturale. Una parte della mia ricerca è dedicata all’utilizzo della nostra fisicità per esplorarne l’aspetto più teatrale e arrivare ad assaporare anche il movimento attraverso uno specifico “stato” invece che un semplice compito tecnico.