
Jacopo Jenna è un coreografo, performer e filmaker. La sua ricerca indaga la percezione della danza e la coreografia come una pratica estesa, generando vari contesti performativi in cui ricollocare il corpo in relazione al movimento. Laureato in Sociologia, si forma nella danza presso Codarts (Rotterdam Dance Academy). Si occupa di formazione e percorsi educativi per varie fasce di età elaborando nuove strategie di relazione con l’arte perfomativa. Ha collaborato in Europa con compagnie stabili, progetti di ricerca coreografica e vari artisti tra cui Jacopo Miliani, Caterina Barbieri, Roberto Fassone, Ramona Caia, Bassam Abou Diab.
Il suo lavoro è prodotto e supportato da spazioK/Kinkaleri, ha presentato i suoi progetti presso festival ed istituzioni come Centrale Fies, Virgilio Sieni – Centro nazionale di produzione, MART museo, Contemporanea Festival Prato, Pépinières européennes pour jeunes artistes/Jeune Création-Vidéo Cinéma, Fondazione Palazzo Strozzi, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Fabbrica Europa Firenze, CROSS award, Danae Festival Milano, Short Theatre Roma, Dansem Marsiglia, Bipod Festival Beirut, Palazzo Grassi Punta della Dogana Venezia, Chantiers d’Europe – Théâtre de la Ville Parigi, Do Disturb – Palais de Tokyo Parigi, Mudam – Museo di arte contemporanea Lussemburgo.
ALLENARE LO SGUARDO
Dance with Camera
Il laboratorio prevede un approfondimento sul dialogo che si può generare tra il movimento, la coreografia e la macchina da presa. La camera non è solo un device di registrazione, ma è uno strumento complesso di sperimentazione linguistica rispetto al movimento del corpo. I partecipanti saranno guidati attraverso una serie di pratiche fisiche che alleneranno lo sguardo, il punto di vista ed esploreranno il concetto di framing (inquadratura), come esercizio compositivo dell’immagine, al fine di comprendere
le varie possibilità di restituzione filmica del fluire della danza.
Ogni incontro prevede una prima parte esperienziale legata al movimento, l’improvvisazione e l’ascolto del corpo, propedeutica ad aprire una discussione di gruppo su elementi teorici legati alla storia della danza in video (da Maya Deren, passando per Charles Atlas e Merce Cunningham, Thierre De Mey alle sperimentazioni dei giorni nostri), alle tecniche di ripresa e montaggio, analizzandone limiti e potenzialità rivolgendosi, anche, alla dimensione delle piattaforme della comunicazione contemporanea, strumenti sempre più attuali per la promozione e la diffusione di materiali audiovisivi.